Non mi si chieda che citta’ e’, perche’ non lo so. Una volta giravo con la macchina fotografIca perennemente con me, poi quando vedevo qualcosa che mi ispirava, click, fotografia. Ora col cellulare e’ anche meglio. E’ una deviazione mentale anche a volte fastidiosa, perche’ osservi tutto come un possibile dipinto, vedi qualcosa, ma nel tempo che tiri fuori il cellulare gia’ non c’e’ piu’. E allora ti aggiri come un ebete pronto a scattare una foto appena qualcosa ti attira. E il fatto e’ che non ti gusti nemmeno cio’ che vedi, perche’ in realta’ tu vedi solo quadri, non persone o paesaggi. Il problema e’ poi che a me non interessano i boschi le montagne o i monumenti. Mi interessa la vita nelle citta’, anche se raramente inserisco figure nei miei dipinti; mi piace raccontarle (le citta’) in modo che si avverta la presenza della folla, della gente, nella loro assenza, ma di questo ne parlero’ un’altra volta. Dicevo che mi aggiro furtivo e perennemente in agguato pronto a vedere il quadro giusto. Ad esempio spesso attraverso una strada trafficata col cellulare puntato verso le auto scattando continuamente foto. E allora vedo che la gente si allontana e mi evita, quando me ne rendo conto, effettivamente mi vergogno un po’ e mi ricompongo, e, come mi dice spesso mia moglie, mi ripeto “fai finta di sembrare normale”. Per questo motivo, con internet, posso salvare la mia dignita’, non e’ cosi’ facile trovare la foto giusta nemmeno li’ ma quando vedo qualcosa, salvo l’immagine in una cartella e la lascio decantare fino a che possa tornarmi utile. Ecco, tornando al punto di partenza, il quadro e’ nato proprio da una immagine salvata su internet parecchio tempo fa. Io ho aggiunto il monumento in basso al centro, che nella realta’ non c’e’. Pero’ non so assolutamente che citta’ sia, ne’ mi interessa, se volete, azzardate voi.