L’IMPORTANZA DELLE GALLERIE D’ARTE

Marginale, periferico.
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L’IMPORTANZA DELLE GALLERIE D’ARTE PARTE II
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L’IMPORTANZA DELLE GALLERIE D’ARTE

L’IMPORTANZA DELLE GALLERIE D’ARTE. Proprio l’altro ieri mi sono trovato a discutere su questo argomento con qualche amica e amico in una pagina fb. Vorrei approfondire l’argomento. Spesso le gallerie d’arte, i critici d’arte, i curatori delle mostre e le riviste d’arte sono oggetto di vessazione da parte di artisti, collezionisti o anche semplici frequentatori d’arte, in quanto, soprattutto i primi, cioe’ i galleristi, vengono considerati degli autentici sfruttatori ed aguzzini dell’arte. Figure cioe’ che sfruttando quei poveri schiavi di artisti, oppure figure pompose che non vanno oltre il loro naso nel proporre la solita minestra surriscaldata offerta in pompa magna. Nulla di piu’ falso. Intanto quando parlo di gallerie d’arte non mi riferisco a quelle che affittano i loro ambienti a dilettanti smaniosi di mettersi in mostra, ma alle altre. Le gallerie rappresentano il trait d’union tra chi crea arte e chi ne vuole usufruire. Sono trentuno anni che io svolgo questa attivita’ (oltre a dipingere), la galleria Lacerba l’ho inaugurata nel marzo del 1986 e, posso garantire per esperienza, che e’ molto piu’ complicato gestire una galleria, conquistare la fiducia della clientela e conservarla piuttosto che produrre quadri ed affidarli e chi se ne deve occupare. Le gallerie sono molto diversificate nei loro intenti ed obiettivi, ognuna specializzata in un ambito specifico e fortemente differenziata dalle altre in modo da riferirsi ad un determinato settore di mercato. Questo comunque secondo le possibilita’ economiche di investimento e l’orientamento ed i gusti di chi le gestisce. Valgono per tutte alcune caratteristiche comuni, prima di tutto la grande motivazione di chi le gestisce, la preparazione in materia artistica, l’iniziativa ed il coraggio nelle scelte. Ognuna si pone sul mercato dopo aver scremato e selezionato, offrendo a chi si avvicina solo il meglio, non solo nella scelta degli artisti, ma anche nelle opere degli stessi artisti, rifiutando quelle reputate non all’altezza. Accanto a questo lavoro di scelta, o di scrematura, compito da non sottovalutare, si affianca quello di valorizzazione e sponsorizzazione, che consiste nella periodica pubblicazione di materiale illstrativo riguardante gli artisti trattati, In ultima analisi va considerata la salvaguardia delle quotazioni, mantenendole anche nei momenti difficili, se ne attraversano tanti, preferendo per quanto possibile non vendere piuttosto che svendere. Tutto a salvaguardia sia dell’immagine della galleria che di quella dell’artista che per rispetto nei confronti della clientela. E a trarne beneficio, nell’osservanza di queste regole, sono tutti. Insomma, le gallerie sono, il punto d’incontro tra tutti coloro che gravitano nel mondo artistico. Ma da circa un decennio questo mondo e’ cambiato. E’ cambiato di pari passo di come e’ cambiato tutto il mondo. Ormai qualsiasi cosa o la compri nei discount negli ipermercati o on-line. Certamente la crisi del 2008 e non ancora terminata checche’ ne dicano, ha fatto i suoi danni e molte gallerie hanno chiuso i battenti. Molti artisti trovandosi senza lavoro o con un lavoro diminuito hanno iniziato ad affidare le proprie opere alle case d’asta o a immetterli in internet. In questi ambienti,senza la tutela delle gallerie si e’ verificato una sorta di mercato al ribasso, con le conseguenze che certi artisti (molti se non moltissimi) un tempo con buone quotazioni oggi valgono molto meno. Le case d’asta, un tempo molto serie (qualcuna lo e’ ancora) nel rispetto delle quotazioni degli artisti e delle gallerie alle quali non volevano fare concorrenza o pestare i piedi, trovandosi caterve di quadri a loro offerti sia da artisti, sia da privati con difficolta’ economiche, sia da galleirsti in procinto di chiudere che da collezionisti vogliosi di disfarsi di opere che vedono svalutarsi, hanno moltiplicato le sessioni d’asta, e, in tanti casi hanno tolto il valore di base partendo da 0 Euro. In un mercato di questo tipo si e’ perso ogni riferimento e regola, quindi chi si interessa di arte e’ frastornato. Le gallerie rimaste non sono piu’ in grado di svolgere quel tipo di attivita di valorizzazione che svolgevano prima, quindi a farne le spese sono le nuove generazioni di artisti che raramente trovano sbocchi sul mercato. I giovani artisti quindi si rivolgono ad internet aggiungendo offerte su offerte. In questa babele di proposte si aggiungono le televendite d’arte. Un paio di queste sono seguitissime e sembrano in grado di influenzare il mercato con non piu’ di 10-15 nomi d’artisti. Ho gia’ parlato di questo in passato e non voglio ripetermi. Certo e’ che di artisti validi ce ne sono parecchi in Italia, molti stanno cercando mercato all’estero, e molti sono apprezzati. Cosa stiamo perdendo? Stiamo perdendo esattamente quello che si sta perdendo in tutti i settori commerciali, vale a dire il negoziante di fiducia a favore dell’anonimo ipermercato. Stiamo perdendo il rapporto fiduciario ed umano a favore dell’anonimo acquisto in rete. Ma soprattutto stiamo perdendo la qualita’, la garanzia e la tutela. Nell’ambito artistico e’ evidente che il pathos che lega il mondo dell’arte in un circolo creato tra gallerista artista collezionista o semplice appassionato, che trascende la mera speculazione economica non e’ riscontrabile in un click telematico. La speculazione economica oggi sta sostituendo il valore artistico e culturale dell’opera e a sta portando a sostituire la figura del gallerista con quella della rete informatica o della casa d’aste. Certo, la mia passione per l’arte e’ immutata, anzi semmai e’ accresciuta perfino, e quindi le mie motivazioni erano e restano fortissime. La mia galleria e’ ancora attiva, e secondo una mia etica, anche se con diverso impegno seguo sempre un mio percorso, quello che mi ha condotto fino ad oggi, rifiutando come e’ sempre stato certi compromessi, anzi con la consapevolezza di non essere l’unico a cercare nuove stimolanti strade per svolgere la mia attivita’ nel rispetto dei miei artisti , quelli nuovi che verranno e quei clienti, ma potrei definirli amici che stimano il mio operato.

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