I castelli di carta

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I castelli di carta

Da piccolo mi era stato regalato un meraviglioso libro illustrato di fiabe e leggende. Era un libro grande e voluminoso che mia mamma mi leggeva tutte i giorni mentre mi imboccava per farmi mangiare. I disegni erano tantissimi e colorati, di quelli che riempivano tutte le pagine e la scrittura della storia, in parte, si sovrapponeva ad essi. Erano le leggende di Re Artu, dei Nibelunghi, ma anche favole, tipo i viaggi di Gulliver. Io ero rapito da questi racconti e mentre mia mamma leggeva io seguivo con attenzione la storia attraverso i disegni. Ma ricordo che mi piacevano di piu’ quelli dei castelli imponenti presenti in gran numero in quasi tutti i racconti. Il mio piu’ grande desiderio in quei momenti era poter entrare in quelle storie e potermi affacciare alle finestre di quei castelli. Chiedevo a mia mamma, “dove sono questi posti, dove ci sono questi castelli e gli uomini di ferro? (le armature medievali)” lei mi rispondeva, “lontano lontano.”Chiedevo,” allora questa estate, invece di andare al mare, andiamo in questi posti.” Lei “Adesso non ci sono piu’, sono posti che esistevano tanto tempo fa”. Io, “Allora tutto quello che c’era una volta, i posti e la gente, diventa favola?” lei mi guardava con occhi carichi di affetto e meraviglia, “si”. “Allora anche noi e la nostra casa, fra tanti anni diventiamo una favola?” lei mi abbracciava con infinito amore e forse anche con occhi umidi, “Si”. Ho conservato questo ricordo nel profondo del mio cuore, scolpito nella memoria come fosse successo ieri;un ricordo che per tanto tempo mi ha accompagnato unito alla certezza che un giorno sarei diventato favola. E quando col tempo quella certezza, come tante altre, si e’ andata ad indebolire fino a svanire, e’ successo in maniera indolore, fino a trasformarsi in infinita tenerezza ed amore per quei momenti felici e per quelle persone che di quella felicita’ hanno saputo farmi dono. Questo quadro e’ un omaggio a quei momenti, i palazzi e la gente di oggi, saranno le favole per i bimbi domani, i loro castelli di carta. Chissa’.

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