il 4 novembre ultimo scorso e’ stato il 100° anniversario della vittoria nella Grande Guerra. Mi rendo conto che sia passato tanto tempo e che nella mente della maggior parte degli italiani sia una delle tante commemorazioni sulle quali non ci si sofferma piu’ di tanto, il cui reale significato e valore viene a malapena ricordato attraverso i quotidiani e televisione. Da parecchio tempo non si festeggia neppure piu’ la data del 4 novembre, ma fino sicuramente a tutti gli anni 70′ era festa nazionale. Per me e penso per tanti miei coetanei (generazione fine anni 50′) e’ diverso. La nostra generazione ha avuto nonni o parenti in cui il ricordo della prima guerra mondiale era vivo perche’ vissuto in prima persona. Un fratello di mia nonna era uno dei ragazzi del ’99, morto alla fine della guerra e sepolto al cimitero militare di Redipuglia. Chi visitasse quel luogo sicuramente sarebbe toccato al cuore, come lo sono stato io molti anni fa, e, leggendo i nomi e vedendo l’infinita distesa di tombe, tutti di ragazzi dai 18 ai 25 anni, non potrebbe non provare una grande pesantezza nelle gambe, come un fardello enorme che si posasse in quel momento sulla nostra schiena, considerando l’enorme responsabilita’ che ci coinvolge tutti, nel non rendere vano il sacrificio di un’intera generazione. Con grande soddisfazione ho avuto il privilegio di essere invitato (come ho gia’ avuto modo di scrivere qualche tempo fa) a realizzare un dipinto commemorativo per l’occasione ed ora in mostra presso il museo della Marina Militare di La spezia che ha dedicato una mostra al centenario della fine dellla guerra. Ho realizzato un quadro senza titolo (penso per la prima volta in assoluto, in quanto ogni titolo sarebbe stato inadeguato a rappresentare il dramma di quell’evento) ma ho voluto mantenere il miei connotati, la mia identità per cui ho dipinto un paesaggio contemporaneo, con i palazzi e le strade trafficate, le cui radici affondano nel tempo; noi abbiamo oggi quel che abbiamo grazie anche al sacrificio di cenitnaia di migliaia di ragazzi morti in trincea. Bisognerebbe ricordarselo molto piu’ spesso.