SmartArt N. 7 Come si legge un quadro?
Buongiorno a tutti. In questo post provo a suggerire un metodo che e’ possibile utilizzare quando ci troviamo di fronte ad un’opera d’arte. Io sono particolarmente interessato alla pittura ed in funzione di cio’ ho adottato un tipo di schema che trovo funzionale per “leggere” un dipinto, ma con un po’ di fantasia si può adattare anche ad altre espressioni d’arte. Premetto che non e’ una mia invenzione, ma una personalizzazione di schemi suggeriti da storici dell’arte, i quali a volte utilizzano una terminologia differente, ma sostanzialmente si riferiscono alla stessa cosa. Ogni opera d’arte e’ costituita da tre elementi fondamentali:
– genere
– forma
– contenuto
Prendiamo il dipinto che ho postato, opera di Andrea Mantegna del 1480 circa, martirio di San Sebastiano, tempera su tela cm. 255 x 140, conservato al Louvre.
In questo caso ho fornito tutti gli elementi per poterlo contestualizzare, ma poniamo di non conoscere assolutamente nulla, nemmeno l’autore, proviamo, trovandoci davanti a questa immagine a collocarlo in una data approssimativa e in un luogo, nonche’ ad attribuirlo a qualcuno.
– Il genere e’ chiaramente di tipo religioso e raffigura il martirio di San Sebastiano, altri generi potrebbero essere paesaggio, natura morta, ritratto, opera informale ecc. ecc. Molti generi appartengono ad epoche specifiche oppure sono iniziati solo a partire da un determinato periodo, ad esempio la natura morta come soggetto di un dipinto non compare mai prima del XVII secolo, in particolare la pittura fiamminga di quell’epoca ne ha fatto un genere privilegiato. In questo caso il genere religioso, non ci puo’ essere di particolare aiuto perche’ rappresenta un classico per circa 1800 anni di storia dell’arte.
– La forma, e’ costituita dal tipo di scelta pittorica da parte dell’artista, nel caso specifico abbiamo una pittura figurativa, riccamente dettagliata, di impostazione classica, quasi scultorea, una scelta di scorcio prospettico dal basso, un utilizzo di colori non particolarmente contrastanti. Abbiamo raccolto qualche indizio che tra poco analizziamo.
– Il contenuto, e’ il messaggio che ci arriva, questo punto va ulteriormente suddiviso in:
– contenuto diretto
– contenuto indiretto
– contenuto interpretativo
Il contenuto diretto e’ il messaggio primario che spesso un’opera ci fornisce immediatamente, puo’ coincidere col genere, in questo caso l’immagine e’ iconica e non abbiamo difficoltà ad identificarla, si tratta del martirio di San Sebastiano.
– Il contenuto indiretto e’ tutto cio’ che in un secondo tempo ci giunge come messaggio: dal supporto, dal fatto che l’opera sia firmata o meno e da tutte le caratteristiche tecniche che l’artista ha utilizzato e di cui abbiamo parlato nella “forma”. Intanto l’opera e’ su tela e cio’ significa che e’ stata dipinta in epoca successiva alla fine del ‘300. Nel periodo iniziale del suo utilizzo, la tela ha avuto diffusione soprattutto in area veneziana, perche’, a causa dell’umidità del clima lagunare, gli affreschi si deterioravano precocemente. Vediamo ora quali considerazioni indirette otteniamo dalla “forma”. Arriviamo direttamente alle conclusioni per ovvie ragioni di brevità. Tutto indica un’opera tipica classica-rinascimentale, sia per l’utilizzo dello spazio prospettico perfettamente calcolato, sia per il recupero di elementi della classicita’ antica, vedi il colonnato corinzio, sia per l’ambientazione della scena, i personaggi (gli arcieri) indossano abiti rinascimentali e pure rinascimentale e’ il borgo alle spalle. E’ abbastanza comune in tutta la storia dell’arte ambientare scene del passato in epoca contemporanea alla realizzazione dell’opera. Non ci e’ di particolare aiuto invece l’utilizzo del colore, infatti non denota particolari caratteristiche timbriche o tonali da indicarci un tipo di scuola, il segno che scontorna tutto il dipinto e’ ben marcato e ci riporta ad influenze fiorentine; qualche riferimento fiammingo ci e’ dato invece dalla cura quasi maniacale dei particolari. Siamo di conseguenza in presenza di un grande artista, che ha viaggiato e che e’ venuto in contatto con molte scuole differenti. Diciamo che l’utilizzo particolare dello scorcio prospettico, il punto di vista posto in alto, la monumentale classicita’, quasi scultorea del Santo e la particolare devozione della scena, estatica nell’atteggiamento, sono caratteristiche tipiche di Andrea Mantegna. Ecco a questo punto che con una certa approssimazione possiamo sostenere che parliamo di una classica opera del XV° secolo inoltrato, di scuola veneta, probabilmente dello stesso Mantegna.
– I contenuti interpretativi sono le suggestioni emotive, le differenti sensazioni ed interpretazioni che ciascuno di noi prova alla visione dell’opera. Costituiscono un aspetto fondamentale dell’arte, il suo mistero e la sua magia, la capacita’ dell’artista di indurre lo spettatore ad una personale lettura interpretativa, la varietà di suggestioni ed emozioni determina la grandezza di un’opera. Genere, forma, contenuto diretto e contenuto indiretto, sono gli elementi oggettivi che lo storico dell’arte prende in considerazione per una seria analisi. Ma, paradosso dell’arte, piu’ l’opera ci regala ricchezza interpretativa (polisemia dell’arte) e quindi rimandi, suggestioni emozioni, piu’ e’ ricca di contenuti interpretativi, piu’ l’opera e’ riuscita. Un caro saluto a tutti Alfredo