SmartArt N. 12 -L’ARTE DELL’ANTICO EGITTO – II° parte.

SmartArt N. 11 – L’ARTE DEGLI ANTICHI EGIZI –
20 Novembre 2019
SmartArt N. 13 – Un’eccezione nell’arte Egizia –
29 Novembre 2019
Show all

SmartArt N. 12 -L’ARTE DELL’ANTICO EGITTO – II° parte.

SmartArt N. 12 -L’ARTE DELL’ANTICO EGITTO – II° parte.

Buongiorno a tutti. Abbiamo visto, nel precedente Smartart, come gli Egizi, nella loro espressione artistica, avessero assunto un modo molto diverso dal nostro per la rappresentazione della realta’. L’aspetto principale della loro arte, era dato, non dalla qualita’ estetica dell’opera che a loro non interessava, ma che noi con gli occhi di oggi possiamo definire altissima, ma dalla precisione e dalla definizione di tutti i particolari che attingevano dalla conoscenza, dalla memoria e non da un particolare angolo visivo. La loro arte va concepita come una mappa aperta, nella quale vengono descritti oggetti e figure rappresentati ciascuno dal miglior punto di vista possibile. La prima immagine postata, il giardino di Nebamon di circa 3500 anni fa, sembra un tappeto, descrive minuziosamente ogni albero dal punto di vista migliore, quello frontale, lo stagno rettangolare, come se lo vedessimo dall’alto, i pesci invece non dall’alto ma di lato, cosi’ come le anatre che galleggiano sull’acqua. Gli alberi che fiancheggiano i lati verticali dello stagno sono disposti frontali ma orizzontali rispetto a chi guarda. Non c’e’ alcun interesse, per gli antichi egizi, di descriverci una scena reale, nella quale avremmo avuto una rappresentazione completamente differente. Avremmo avuto la visione di alberi frontali, ma non dei singoli rami e frutti che sarebbero rimasti coperti dal fogliame, avremmo avuto la visione di uno stagno nella parte inferiore del dipinto e non centrale e dall’alto, non avremmo visto i pesci e le anatre le avremmo viste in diagonale dall’alto verso il basso. Ho postato un dipinto di Camille Pissarro (1830 – 1903) dal titolo “stagno a Mountoucault” nel quale vediamo quale sostanziale differenza interpretativa intercorra nella realizzazione di un analogo soggetto. Tutto cio’ per l’assoluta differenza di funzione dell’arte nei due periodi storici. Per gli Egizi era dominante la funzione conoscitiva della struttura di ogni singolo oggetto affinche’ il defunto, una volta reincarnato potesse prendere coscienza di tutto cio’ che era stata la sua vita precedente (non dimentichiamoci che questi affreschi erano dipinti all’interno delle piramidi e nessuno poteva vederli, se non il faraone una volta reincarnato), invece per l’uomo dell’Ottocento la funzione era una rappresentazione realistica della natura da un particolare punto di osservazione. Ho postato un altro particolare di un affresco di circa 4000 anni fa, rappresenta un albero di acacia sul quale stazionano uccelli di differenti specie, vediamo con che dovizia di particolari è raffigurato ogni uccello ed il suo piumaggio. Al di là della fedeltà dei particolari, la cosa piu’ sorprendente, a mio avviso, e’ data dallo straordinario equilibrio compositivo che possiamo notare sia in questo che nel dipinto precedente, la proporzionatissima distribuzione nello spazio di ogni singolo elemento, notiamo il fogliame, in cui ogni singola foglia, esattamente identica alle altre, e’ posta ad intervalli regolari e ritmici. Si avverte in queste meravigliose opere un senso musicale, di armonia, di pace, di serenità, di geometria e di equilibrio che solo un artista in possesso di una sensibilità straordinaria è in grado di trasmettere. Questo stile compositivo, ha riguardato anche la figura umana e non solo la pittura ma anche la scrittura e scultura, ed era un complesso di rigidissime regole che ogni artista doveva apprendere fin dall’adolescenza. Una volta imparate, il suo apprendistato era terminato. Nessuno desiderava qualcosa di diverso e nessuno gli avrebbe chiesto di essere “originale”. Cosi’, lo stile egizio, e’ rimasto costante, anche se non sempre con lo stesso livello di qualità artistica, per tutta l’epoca faraonica, vale a dire per circa 3000 anni. Con una sola eccezione, una straordinaria meravigliosa eccezione che ebbe brevissima durata nel XIV° secolo A.C. Ne parleremo nel prossimo appuntamento col quale concluderemo questa carrellata dedicata all’arte Egizia.
Un caro saluto a tutti Alfredo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *