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Buon giorno a tutti. Col termine “ellenismo” viene definito un periodo storico preciso, quello che va dalla morte di Alessandro Magno (323 A.C.) fino alla conquista dell’Egitto da parte dell’impero romano (31 A.C.) ed e’ riferito a tutto il mondo di influenza greca dopo le conquiste di Alessandro, quindi il bacino del Mediterraneo orientale dalla magna Grecia fino ai confini con l’India. Questo immenso impero si frantumò, alla morte di Alessandro, dando vita a tanti regni di cultura ellenistica, (termine coniato nel XIX° sec.) che vennero assorbiti in seguito dall’impero romano, ma non mutarono la propria concezione artistica, che di fatto continuò almeno fino al II° secolo D.C., anche se non si parlerà piu’ di arte e cultura ellenistica o greca ma di arte e cultura romana. Il grande centro culturale ed artistico di quel periodo, si sposta da Atene ad Alessandria d’Egitto, la citta’ creata da Alessandro da cui prese il nome. Altri centri rivestono grande importanza, quali Rodi o Pergamo. Siamo quindi per la prima volta in presenza di una cultura ed un’arte di respiro internazionale, anche se con caratteristiche differenti da luogo a luogo, ma con una base comune per tutto l’ex impero ed arricchita dalle culture locali, soprattutto quelle orientali. Questo periodo ellenistico e’ stato associato ad un periodo decadente rispetto al periodo precedente, mi e’ capitato di leggere testi di qualche decennio fa, in cui noti storici parlano di involuzione dell’arte; analoga (scarsa) considerazione e’ comune a molti periodi storici successivi a quelli in cui si raggiungono alte vette di conoscenza, come ad esempio per il manierismo ed il barocco in rapporto al rinascimento. Analizzando meglio ci si accorge invece che si tratta di una differente concezione dell’arte, non inferiore, dovuta ai profondi cambiamenti della società, nel caso dell’ellenismo caratterizzata dall’apporto della cultura orientale ed egiziana, creando di fatto una società cosmopolita, con esigenze completamente differenti rispetto alla società ateniese. Da cosa si differenzia l’arte ellenistica da quella greca classica? la prima differenza si nota soprattutto nelle dimensioni delle opere che diventano enormi rispetto a quelle misurate, proporzionate ed equilibrate del periodo classico. I templi, i teatri, le piazze, i palazzi ed in molti casi anche le statue, tendono a diventare enormi, spettacolari, portati a strabiliare. Non si ricerca piu’ la perfezione ma la spettacolarità. A questo periodo appartengono due grandi monumenti ora scomparsi, che rappresentavano due delle sette meraviglie del mondo antico: il faro di Alessandria ed il colosso di Rodi.
Ma l’arte ellenistica non si limita a fare “scena”, vuole anche impressionare e commuovere col virtuosismo tecnico, oltre che abbandonare progressivamente la visione idealistica dell’arte, verso una forma piu’ espressiva carica di phatos ed emozioni. E’ un’arte piu’ vicina all’uomo che agli Dei, che tende ad enfatizzare caratteristiche gia’ comparse con gli ultimi classici, Skopas, Parassitele e Lisippo. I volti abbandonano quella serena ed inespressiva maschera classica, per assumere sembianze cariche di phatos e di tormento. Vediamo come la scultura del Laocoonte sia una rappresentazione tormentata di un corpo contratto dallo sforzo ed un volto carico di tensione per il dolore e il timore di essere sopraffatto ed al contempo sia una consacrazione delle capacita’ tecniche dell’artista; e’ un’opera che rispetto al periodo classico perde in geometria e proporzioni, non esiste traccia in quest’opera della sezione aurea, ma indubbiamente e’ molto piu’ coinvolgente di ogni opera dell’epoca precedente. Questa scultura, 50 A.C., fu scoperta nel 1506 e trasportata ai musei Vaticani, fu vista ed ammirata da Michelangelo, il quale ne rimase impressionato, al pari di un’altra scultura molto rimaneggiata sempre dello stesso periodo, il Torso di Belvedere, anche questa conservata ai musei Vaticani. Quest’ultima in particolare, sia per la perfezione della muscolatura, vera ossessione per Michelangelo, sia per le parti mancanti, sembra sia stata fonte di ispirazione per il cosiddetto “non finito”, caratteristica tipica di alcune opere del Buonarroti, di cui parleremo in futuro.
Con l’ellenismo si passa ad una ricerca della realtà molto piu’ complessa e variegata, capace di analizzare tutti i sentimenti umani rispetto alla monotonia ideale dell’arte classica. E’ un’arte che vuole commuovere come con la scultura “Galata morente” e “Galata suicida”, che non ha come unica finalità la ricerca del bello. Anzi, con l’ellenismo viene per la prima volta rappresentato anche il brutto, o meglio, vengono rappresentate immagini non gradevoli quanto un giovane atletico, ma immagini di persone anziane sul genere della scultura denominata “Vecchia ubriaca”. Notiamo come tutte queste sculture siano minuziosamente dettagliate, soprattutto nella definizione anatomica abbiano raggiunto un tale livello di realismo impossibile da superare. Vediamo anche come le regole che legavano gli artisti del periodo classico, siano arrivate a cadere, tipo l’assoluta ricerca della perfetta geometria estetica, e, come detto, l’inespressivita’ idealizzata che portava gli artisti classici ad escludere qualsiasi espressione facciale per non deturpare il perfetto equilibrio creato. Forse la scultura piu’ famosa di questo periodo e’ la Venere di Milo (Milo e’ il luogo di ritrovamento). E’ ancora di tendenza classica, ma la veste riccamente elaborata, toglie geometria proporzionale all’insieme. Tutte le caratteristiche elencate nell’ellenismo sono riscontrabili, nella loro essenza, sebbene poi realizzate in maniera differente, in un altro periodo storico, il barocco, 1600 anni piu’ tardi.
Da tutta l’arte dell’ellenismo, rimane esclusa la pittura, perche’ come ho già avuto modo di ripetere non e’ giunto nulla fino a noi, sappiamo solamente che il piu’ famoso di tutti i pittori fu Apelle, ma a che livello porto’ la pittura, probabilmente non lo sapremo mai.
Un caro saluto a tutti, Alfredo

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