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SmartArt N.25 Introduzione al medioevo: arte paleocristiana

SmartArt N.25 Introduzione al medioevo: arte paleocristiana

Buongiorno a tutti. Il cristianesimo dei primi tre secoli era una religione fortemente osteggiata dall’impero romano, per cui non può esistere un’arte riferibile a quel periodo storico particolarmente identificabile con una rivoluzione di pensiero di quella portata, che a partire dal IV° secolo sarà invece determinante nell’ambito della storia dell’umanità e di fatto identificabile con la storia dell’arte per molti secoli a venire, per lo meno per i successivi 1500 anni. Tutta l’arte dei primi tre secoli dell’era cristiana è riscontrabile nelle catacombe, le quali erano unicamente luoghi di sepoltura e non luoghi in cui rifugiarsi per sfuggire alle persecuzioni, come erroneamente si è creduto per lunghissimo tempo. All’interno di esse sono state trovate pitture ad affresco unicamente a carattere simbolico, cioè immagini che non descrivevano avvenimenti ma soltanto simboli, come la colomba, l’ulivo, la vite, il pastore che esprimevano concetti interpretabili unicamente dai cristiani. Fino alla fine del III° secolo, secondo un passo dell’Esodo, era vietato rappresentare l’immagine di Dio o dei santi (aniconismo), questa è una delle ragioni per cui si adottarono simboli per rappresentare ad esempio la figura di Cristo, a volte con la croce, oppure con un pesce o con un pastore o una P ed una X incrociate. La maggior parte delle catacombe sono visitabili a Roma, ma ne esistono anche in Sicilia, in particolare a Palermo e Siracusa. Con l’editto di Milano del 313, nel quale l’imperatore Costantino concedeva la libertà di culto, la religione cristiana cominciò a diffondersi più ampiamente all’interno dell’impero romano, e, con il primo concilio di Nicea (325) fu permessa la rappresentazione delle divinità cristiane, in quanto venendo sancita la doppia natura divina e umana di Cristo, Verbo incarnato uomo, non si vietava più la rappresentazione del Dio-uomo. Come vedremo, l’argomento della rappresentazione divina fu ancora lungamente dibattuto ma da quel preciso momento si cominciò a raffigurare l’immagine di Cristo, spesso giovane e senza barba. Questi fatti fondamentali nella storia del mondo occidentale determinarono, unitamente al progressivo decadimento dell’impero romano, un cambiamento radicale nella storia dell’arte. Il nuovo messaggio di fede della religione cristiana, invitava a trascendere la condizione corporea e terrena per approfondire il colloquio dell’anima con Dio. L’interiorità spirituale di tale rapporto non avrebbe potuto conciliarsi con l’arte classica, che mirava ad una bellezza corporea, se pur idealizzata. Tale incompatibilità,invece, non era sentita nei confronti dell’arte tardo romana, dove, come abbiamo visto, soprattutto nella pittura compendiaria di derivazione ellenistica, l’organicità e la plastica nitidezza del classicismo greco si erano andate progressivamente disgregando, dando vita ad una figurazione semplificata ed evocativa, molto più espressiva rispetto all’idealismo classico, quindi più immediata e spontanea. A mio avviso, in questo periodo finisce l’arte del mondo antico ed inizia quella del mondo medievale. La storia pone convenzionalmente l’inizio del medioevo nel 476 con la caduta dell’impero romano d’occidente, ma in ambito artistico credo che questo inizio vada anticipato di un secolo e mezzo. Il cambiamento radicale che avvenne in ambito artistico, il passaggio da un tipo di arte naturalistica e classica, che si pone visivamente come imitazione della natura in una descrizione il più possibile veritiera, ad un’arte che dopo quasi mille anni, torna ad essere simbolica e si pone non più ad imitazione della natura ma ad essere una estrema sintesi di essa, avviene proprio in quel periodo.
A partire dal IV° secolo,veniva proposta un’arte, che, nella sua apparente semplicità e povertà, si poneva alla portata di tutti soprattutto delle popolazioni più umili, in quanto adottando un linguaggio artistico estremamente semplificato, si esprimeva attraverso immagini simboliche già presenti nella tradizione popolare di quasi tutto l’impero.
I primi luoghi di culto pubblici, alla fine delle persecuzioni, furono nuovi edifici costruiti dalla Chiesa, sulla falsariga delle vecchie basiliche romane (luoghi di scambio commerciale e di altre attività pubbliche) che mantennero il nome e furono adattate all’esercizio delle funzioni religiose, in quanto l’originaria suddivisione in navate e lo spazio semicircolare, che venne chiamato abside, posto nel fondo e precedentemente utilizzato da un giudice o da un’alta carica pubblica, ben si prestava allo scopo. Più raramente anche edifici circolari quali i mausolei, furono riconvertiti al nuovo culto, con la funzione di battisteri. Quindi possiamo dire che da un punto di vista architettonico, in questa fase, e per un lungo periodo a venire, non si crearono sconvolgimenti, la vecchia tradizione romana poteva continuare, anche se la costruzione di monumenti quali archi di trionfo, teatri e monumenti scultorei a tutto tondo fu totalmente abbandonata. Costantino stesso, si fece promotore per la costruzione delle prime basiliche. Una delle più importanti fu quella eretta nel luogo del martirio e della sepoltura di San Pietro ed a lui dedicata, che diventò in seguito simbolo della cristianità, ma di questa chiesa non rimane nulla in quanto fu abbattuta ai primi del XVI° secolo per volere di papa Giulio II° che volle costruirne una più maestosa, quella che tutti oggi conosciamo. La basilica di San Pietro era a pianta longitudinale, successivamente la maggior parte delle basiliche di questo tipo, furono ampliate con l’aggiunta di un braccio trasversale, il transetto, in modo da creare simbolicamente una croce. Tutte le prime basiliche furono costruite con l’ingresso ad ovest e l’abside con l’altare ad est, in modo da creare un percorso verso il sole che nasce. Meno consueta in occidente fu l’edificazione di templi a base centrale, il più antico fu edificato a Roma intorno al 350, il mausoleo di Santa Costanza tutt’ora esistente: Al suo interno sono conservati i più antichi mosaici paleocristiani, alcuni di essi mantengono una funzione esclusivamente decorativa, fatta di intrecci astratti e figure danzanti, altri invece sono tipicamente simbolici in essi e’ evidente il doppio significato dell’arte dei primi cristiani, come ad esempio nel mosaico che illustra le varie fasi della vendemmia, che simbolicamente allude anche alla figura di Cristo ed alle sue parole: “Io sono la vite e voi i tralci”. Il vino inoltre simboleggia sangue di Cristo.
Proseguiremo la settimana prossima parlando dell’arte bizantina.

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