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SMARTART N. 46 – GLI ALTRI 2 PROTAGONISTI DEL PRIMO RINASCIMENTO: DONATELLO E MASACCIO

Buongiorno a tutti. Oltre a Brunelleschi abbiamo detto che i primi protagonisti del Rinascimento furono Donatello e Masaccio. Il primo più vecchio del secondo di una quindicina d’anni, ebbe una lunga vita ed introdusse in scultura i primi effetti prospettici della storia dell’arte, con la realizzazione di opere in bassorilievo, seguendo una personalissima tecnica denominata “stiacciato”. E’ un termine che deriva da schiacciato, appiattito, e, apparentemente appare un controsenso visto che stiamo parlando di una tecnica che voleva esaltare l’effetto tridimensionale, ovvero la profondità. Ma Donatello elaborò sculture in bassorilievo in cui dava grande volume alle figure in primo piano, poi per suggerire un senso di distanza prospettica, oltre a ricorrere all’utilizzo di architetture, via via tendeva a rendere i rilievi delle figure e degli oggetti più distanti sempre meno profondi, fino ad arrivare a modellature di pochissimi millimetri. Ma oltre a queste innovazioni tecniche, Donatello, seppe donare a tutta la sua opera scultorea, una “Verità” naturalistica senza precedenti, a volte sconvolgente che lo portò, negli ultimi anni della sua vita, alla realizzazione di sculture talmente crude e realistiche come nel caso della Maddalena penitente, da farlo uscire dal classicismo rinascimentale, che aveva contribuito a fondare, per approdare all’anticlassicismo. La Maddalena, una scultura lignea di cui ho postato una foto, non si può certamente definire un’opera che esaltasse la perfezione e la bellezza, anzi, tutto, in quest’opera, è espressionistico ed anticlassico, molto più vicina alla concezione ellenistica che a quella aurea dell’antichità. Tutti i canoni di armonia e bellezza vengono disattesi, in alcune parti l’opera non e’ neppure terminata, lasciata grezza, per conferire maggior intensità ai sentimenti che suscita. Non solo, in quest’opera Donatello prepara il tipo di lavoro che sarà colto e portato a termine da Michelangelo, col suo famoso “non finito”, anche se, il concetto assegnato alle parti lasciate incomplete, assume un significato completamente differente nei due artisti. Per Donatello sta a simboleggiare un imminente ritorno alla materia, all’origine, per Michelangelo, invece, in totale accordo con le filosofie neoplatoniche, rappresenta la menzogna (il marmo levigato, liscio e riflettente luce è bello, quindi anche giusto e vero; il marmo lasciato grezzo è imperfetto quindi brutto, falso e sbagliato). Ad ogni modo, tutta l’opera di Donatello anche quella più classica è sempre rimasta in bilico tra caratteri decisamente rinascimentali di perfezione e bellezza e valenze espressionistiche tipiche di stili post-rinascimentali. Vediamo ad esempio, come la sua opera più conosciuta, il famoso David, il primo nudo maschile a tutto tondo da oltre mille anni, risponda totalmente a canoni classici di ricordo greco romano, ma nella sua puerile gracilità e fragilità, sia in netto contrasto con un altro David, altrettanto classico ma ancora più famoso, quello di Michelangelo, realizzato sessanta anni dopo nel 1501-04. Forse, quello di Donatello risulta più espressivo, in esso la nudità tende ad enfatizzare l’apparente gracilità e l’immensa differenza nei confronti del gigante Golia. Quindi il racconto biblico viene maggiormente esaltato e preso alla lettera da Donatello. Nella sua opera, appare evidente che la vittoria di David sia stata ottenuta non grazie alla forza o alle armi, ma grazie all’intervento Divino. La nudità del David di Michelangelo, invece, pure espressione di bellezza inarrivabile, esprime altri concetti, esalta un fisico, una forza ed una determinazione olimpionici, in cui i canoni classici sono assolutamente ed inconfondibilmente portati alla massima espressione, ma da un punto di vista puramente sensibile, appare meno evidente il messaggio che intende trasmettere. Masaccio è il terzo protagonista della nascita del Rinascimento, in lui, i canoni classici e l’eredità di Brunelleschi e Donatello sono espressi per la prima volta in pittura. Tommaso era il suo vero nome, e Masaccio ne rappresenta una storpiatura in quanto era una persona alquanto rozza e burbera. Morì che non aveva ancora compiuto ventisette anni, ma le sue opere realizzate negli ultimi cinque o sei anni della sua vita lo hanno reso immortale. La Santissima Trinità, un affresco conservato a Firenze in Santa Maria Novella, è la prima pittura della storia eseguita basandosi su norme matematiche derivanti dagli insegnamenti di Brunelleschi. La composizione mostra una prospettiva in cui il punto di vista è posto in basso ed e’ esaltato dalla forma architettonica del tempio posto alle spalle della crocifissione. E’ immaginabile la meraviglia che sicuramente colpì i fiorentini quando per la prima volta videro un tale effetto di profondità, che dava l’impressione che non si trattasse di una pittura, ma di sculture alle spalle delle quali fosse presente una nicchia o una cappella sepolcrale autentica. Tutto in questo dipinto è calcolato per dare questa impressione, dalla tomba in primo piano alle figure, tutte elaborate con uno stile classico scultoreo, prive di ogni decorazione tipica gotica. Tutto è giocato sull’illusione per ricreare la realtà, la verità. Tutto, allo stesso modo e’ studiato in chiave classica, armonica e proporzionata. Siamo in presenza, una delle primissime volte, se non la prima volta in assoluto, di un ordine compositivo a schema triangolare, che diventerà basilare, per armonia ed equilibrio, da questo momento in avanti. Se noi osserviamo la parte centrale del dipinto e poniamo il vertice di un ipotetico triangolo isoscele nella sommità dell’aureola di Dio, tracciamo due lati del triangolo che scendono lambendo le teste delle due figure poste ai lati della croce, e così di seguito anche per le teste delle altre due figure poste più in basso, arriviamo alla base dell’altare che chiude il triangolo. Il soggetto del dipinto e’ totalmente iscritto in un triangolo isoscele. Non solo, se noi osserviamo l’immagine dell’affresco per intero ,e lo dividiamo esattamente in due dall’alto verso il basso, vediamo come le due parti siano praticamente speculari e simmetriche. Tutti questi accorgimenti, da questo momento in poi, tenderanno ad essere sempre più seguiti dagli artisti, i quali, nei secoli a venire, elaboreranno forme compositive iscritte in quadrati cerchi e così via, per una ricerca tendente sempre più all’equilibrio formale. Ricordiamoci delle elaborate teorie auree dell’antica Grecia. Leonardo sarà un fervente osservatore di tali schemi, ed altri ne inventerà, ma saranno gli artisti del 900, a partire da Mondrian, che giocando sulla purezza e sull’essenzialità, toglieranno tutta la composizione formale dalle loro opere per lasciare esclusivamente lo schema geometrico, lo scheletro potremmo dire, giocato su linee e colori primari. Un caro saluto a tutti, Alfredo.

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