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Smart Art n. 48 – LA DIFFUSIONE DEL RINASCIMENTO –

Buongiorno a tutti. Le nuove teorie estetiche che si andarono diffondendo dall’inizio del Quattrocento, non furono immediatamente assimilate. La concezione rinascimentale introdotta da Brunelleschi, Donatello e Masaccio, nei decenni successivi fu alternata in molti casi con una concezione ancora tardo gotica, spesso introducendo elementi prospettici in una rappresentazione che ancora si affidava largamente al vecchio stile, caratterizzato da descrizioni minuziose, da linee sinuose e curve e da contorni marcati. Il compito di mediazione, tra il vecchio ed il nuovo stile, fu eseguito, intorno alla metà del XV secolo, da artisti quali Paolo Uccello, Filippo Lippi, Beato Angelico, Domenico Veneziano, Andrea del Castagno, artisti di personalità differenti e di valore assoluto, ciascuno dei quali meriterebbe ampio spazio, ma che per ovvie ragioni non e’ possibile approfondire in questa rubrica.In questo periodo, si diffonde un nuovo tipo di rapporto, il cosiddetto “mecenatismo”,tra le grandi famiglie del tempo e gli artisti: l’artista viene sostanzialmente adottato a corte dal Signore, la sua funzione non è più solamente quella dei secoli precedenti assimilabile all’umile artigiano, ma anzi partecipa alla vita di corte in tutti i suoi aspetti, è considerato un intellettuale il cui parere può essere preso in considerazione in importanti decisioni, anche di carattere politico. La figura dell’artista viene sempre più ad assumere un ruolo importante ed influente nella società del tempo e le opere realizzate dagli artisti non sono più semplici opere decorative o di diffusione di concetti imposti dal committente, ma veri e propri messaggi culturali che spaziano nei diversi ambiti del sapere: politico, umanistico, filosofico, matematico. Vedremo in seguito, quanto artisti come Raffaello, Leonardo o Michelangelo sapranno concentrare in diverse opere, tutto il sapere del proprio tempo, ponendo altresì interrogativi che tutt’ora sono fonte di interpretazioni differenti.Questa nuova realtà farà sì che l’artista acclamato, sarà sempre più richiesto dalle principali corti Italiane, quali i Medici, gli Sforza, gli Estensi, i Gonzaga ed in seguito, il Papato. Si sviluppa pertanto un carattere sempre più individualistico da parte dell’artista, che esce di conseguenza dalla condizione di anonimato che aveva nel corso del medioevo e pone le basi di quello che sarà il suo ruolo nei secoli a venire, una figura che opera individualmente in ambito culturale e tende a differenziarsi dagli altri artisti, soprattutto inseguendo una propria ricerca stilistica autonoma.Nella seconda metà del Quattrocento, l’artista, a differenza del passato, inizia a viaggiare molto e, come nel caso ad esempio di Piero della Francesca, anche oltre i confini nazionali, contribuendo ad assorbire e diffondere le nuove concezioni stilistiche. La capitale artistica rinascimentale per tutto l’arco del Quattrocento, rimase Firenze, ma Roma andava assumendo importanza sempre maggiore fino a diventare il centro culturale dell’arte del 500, senza trascurare la grande influenza che comincia ad avere, nella storia dell’arte, la pittura veneta. Analizzeremo, nei prossimi appuntamenti la poetica e le opere di quattro artisti molto differenti tra loro ma fondamentali nell’arte rinascimentale del Quattrocento e non solo: Piero della Francesca (1411-1492), Sandro Botticelli (1445-1510), Antonello da Messina (1430-1479) e Andrea Mantegna (1431-1506). Un cordiale saluto a tutti, Alfredo.

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