SmartArt N. 50 – Piero della Francesca:la ricerca della perfezione

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SmartArt N. 50 – Piero della Francesca:la ricerca della perfezione

SmartArt N. 50 – Piero della Francesca:la ricerca della perfezione

Figura chiave nell’ambiente culturale e artistico di Urbino, alla corte di Federico da Montefeltro, fu Piero della Francesca (1411-1492), il cui stile cristallino ed essenziale sarà punto di riferimento per molti artisti fino al ‘900. Si tratta di una figura tipicamente rinascimentale, coltissimo, in grado di sostenere discussioni in ambito filosofico con i dotti del suo tempo, viaggiò moltissimo arrivando anche nelle Fiandre ed assorbendo insegnamenti della cultura artistica fiamminga.La pittura di Piero della Francesca è soprattutto un approccio sperimentale al mondo visibile, alla realtà, più per comprenderlo (il mondo) che per una ricerca estetica fine a se stessa. Per lui è fondamentale darne una rappresentazione più strutturale che fenomenica, soprattutto in rapporto agli strumenti utilizzati in pittura, vale a dire le leggi proporzionali e prospettiche e l’utilizzo della luce. Entrambi questi strumenti saranno utilizzati in maniera personale, soprattutto la luce, che i fiamminghi utilizzavano in maniera fenomenica, vale a dire in rapporto all’ora del giorno o alle condizioni atmosferiche oppure alla provenienza, in Piero appare invece costante ed uniforme, solare e chiarissima, soprannaturale, metafisica. Poche le ombre e gli effetti di chiaroscuro, presenti, invece, i dettagli alla maniera fiamminga. Un’altra costante di tutta la sua pittura e’ rappresentata dalla raffigurazione dei volti: sono enigmatici, non tradiscono emozioni, quasi assenti, lontani dalle angosce e dalle lotte della quotidianità terrena. Tutto, nella pittura di Piero è presente, ma allo stesso tempo assente, tutto e’ reale, ma al tempo irreale, eterno o metafisico. Piero sembra dirci che la comprensione dell’universo esige silenzio, distacco, imparzialita’. Da un punto di vista formale, la sua opera va ricondotta ad una ricerca costante della perfezione geometrica delle leggi matematiche che regolano la natura. Tutto per Piero è rivelazione della suprema armonia del creato, compito dell’artista è individuarne le leggi, che non possono prescindere dalle proporzioni matematiche. La pittura, che di conseguenza vuole riproporre la realtà, non può prescindere anch’essa da una ricerca di perfezione formale. La simmetria e la ricerca di raffigurazioni a schema triangolare che abbiamo visto in Masaccio, con Piero vanno largamente oltre, anche se molti dipinti come ad esempio la Crocifissione o la Madonna della misericordia o la Resurrezione, o il Sogno di Costantino, sono realizzati con questo tipo di schema. Molto più complessi ed articolati sono invece gli schemi compositivi della Flagellazione di Cristo, del Battesimo di Cristo e della Sacra conversazione. Vediamo come la perfetta prospettiva presente nel dipinto della Flagellazione di Cristo, sia arditamente ricercata anche nella rappresentazione del pavimento e come influenze fiamminghe siano riscontrabili nella veste del primo personaggio a destra del dipinto o nella minuziosa rappresentazione del fogliame e delle tegole. E’ questo un dipinto totalmente rinascimentale, esattamente all’opposto per esempio della Madonna della misericordia, dove non viene rispettato nessun elemento prospettico nè proporzionale, anzi, il fondo oro e la maestosa rappresentazione gerarchica riportano al Medioevo. Tutto in Piero della Francesca è ricerca di assoluto rigore e perfezione proporzionale, prendiamo come ultimo esempio la pala di Brera ed osserviamo come la volta semicircolare, la forma curva della conchiglia, quella dell’uovo sospeso e della testa della Madonna, siano tutte a ricalcare la stessa forma circolare in differenti proporzioni utili a creare armina. Notiamo altresì come il dipinto sia perfettamente simmetrico e speculare, una simmetria accentuata dall’ombreggiatura che scende centrale dalla volta. Forse, l’unico elemento che rompe l’equilibrio, ma non va ad imporsi, anzi rimane defilato rispetto alla figura centrale della Madonna, è la figura in basso a destra, chiaramente un ritratto del committente: Federico di Montefeltro.Come detto, le tematiche affrontate sono ricche di allegorie e riferimenti storici, non abbiamo lo spazio per affrontarle, ma oltre ai temi religiosi sono riscontrabili fatti di cronaca e di storia del tempo, ad esempio nell’affresco della Flagellazione di Cristo, sono evidenti riferimenti, alla caduta di Costantinopoli ad opera dei Turchi e alla conseguente fine dell’impero Romano d’Oriente nel 1453, o altri importanti avvenimenti come il fallito tentativo della riunificazione della Chiesa d’Oriente con quella di Roma. Certamente l’opera di Piero della Francesca, è estremamente e sottilmente enigmatica, i riferimenti culturali sono molteplici e dopo secoli non hanno ancora rivelato tutti i misteri.Piero della Francesca e’ un artista assoluto, uno dei massimi, non solo del Rinascimento, la sua perfezione formale, unita al mistero che lasciano trasparire i volti enigmatici delle sue figure e alla luce che rende soffusi i colori, nonché alle tematiche affrontate, ne fanno uno degli artisti più studiati dell’intera storia dell’arte, non solo dagli storici ma anche dagli artisti di tutto il mondo.Un caro saluto a tutti, Alfredo.

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