Buongiorno a tutti. Sandro Botticelli (1445-1510) rappresenta un altro classico esempio di artista-intellettuale del Rinascimento. Fu compagno di Leonardo da Vinci alla scuola del Verrocchio dal quale apprese il gusto per un dolce linearismo ed un delicato colorismo. Tutta la sua attività artistica si svolge a Firenze, con l’eccezione di un periodo a Roma chiamato dal Papa per partecipare alla decorazione della cappella Sistina. A Firenze, alla corte di Lorenzo il Magnifico, fu a contatto con i grandi interpreti dell’Umanesimo e soprattutto con i filosofi neoplatonici Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, ai quali fu profondamente legato e ne condivise le teorie. Botticelli e’ stato a lungo considerato un mistico del bello ideale, un puro esteta, invece, la sua pittura e’ carica di problemi, di tensioni morali e religiose, e, se mira indubbiamente ad un bello ideale, lo fa unicamente, perché quello era il fine etico e conoscitivo del neoplatonismo. Proviamo ad analizzare la sua poetica. Piero della Francesca, come abbiamo visto, era interprete di concetti legati ad una perfezione assoluta, per lui il mondo e’ un insieme basato su leggi fisiche e naturali che lo regolano anche sul piano visibile e concreto, restituendocene una visione armonica e perfetta, secondo il volere di Dio. La sua rappresentazione non può prescindere quindi da una corretta applicazione di regole che si basano soprattutto su schemi prospettici e matematiche proporzionali. Per Botticelli, che vive una realtà storica completamente differente, a distanza di una generazione rispetto a Piero, non e’ più così. Lorenzo il Magnifico, suo grande amico e mecenate muore nel 1492, questa per lui fu una vera tragedia; le prediche di Savonarola danno una differente visione del mondo e influenzano lo stato d’animo del pittore, già turbato anche dalla morte prematura, all’età di 22 anni, di Simonetta Vespucci, nobile ragazza fiorentina di cui Botticelli si innamorò perdutamente anche se non fu mai ricambiato. Simonetta Vespucci era una delle donne più belle del suo tempo e Botticelli la raffigurò in tantissimi suoi dipinti, in forma idealizzata di Venere o nella Primavera e probabilmente, la sua morte, fu una delle concause, di un turbamento psichico che lo portò ad una visione mistica della vita. L’arte di Botticelli si esprime attraverso una dicotomia di raffigurazioni , da una parte, correttamente rinascimentali come nella serie degli affreschi della cappella Sistina o il miracolo di San Zanobi o la Calunnia, in cui la prospettiva assume un ruolo centrale, tutte opere eseguite nella prima parte della sua vita, e dall’altra, attraverso raffigurazioni come nella Primavera o la Nascita di Venere, in cui, invece, prevale un’armoniosa rappresentazione tardo gotica, opere eseguite in seguito agli avvenimenti sopra descritti. La luce non e’ oggetto di ricerca fenomenica come sarà invece con Leonardo, ma e’ come in Piero diffusa ed uniforme, una luce interiore, con pochi contrasti chiaroscurali. Mentre Piero ricerca soprattutto una realtà strutturale che colleghi in armonia tutte le forme del creato e quindi, individua nella proporzione matematica il denominatore comune per poterla riprodurre in forma artistica, Botticelli, invece vuole andare oltre la realtà, vuole oltrepassarla e andare alla ricerca dell’idea intima delle cose. Per i filosofi e letterati della cerchia neoplatonica, l’idea viene prima di ogni cosa e si pone al di là del tempo e della storia. In ambito religioso ad esempio, il concetto di Cristianesimo preesisteva la venuta storica di Cristo, in quanto tale concetto era già presente in precedenza, ad esempio in Mosè. Per lui quindi, ad un certo punto della sua vita, la verità non passa più attraverso canoni di verosimiglianza e di corretta applicazione delle leggi prospettiche come in precedenza, ma attraverso una raffigurazione vicina al gotico internazionale, come ad esempio nella Primavera, nella Nascita di Venere o nella Natività mistica. Tuttavia, l’intento è completamente differente; se nei dipinti gotici interessava trasmettere un messaggio nel modo più chiaro e semplice possibile, in Botticelli invece, il messaggio non e’ mai chiaro e semplice, e’ un vero trattato di filosofia neoplatonica, e’ opera colta e raffinata.Uno dei suoi quadri più famosi, la Nascita di Venere, in cui Venere nasce dalle acque all’interno di un’ostrica, come una perla, rappresenta l’allegoria ad una delle verità Cristiane più importanti, quella del Battesimo; solo attraverso il Battesimo torniamo ad essere puri e senza peccato in assoluta grazia di Dio. Gli angeli, in quel preciso istante, col loro soffio, ci rendono la vita e la nascita dell’anima. Anche un altro suo famosissimo quadro, la Primavera, allude alla nascita, o meglio alla rinascita; esattamente come la primavera che segue l’inverno, annuncia la rinascita della natura in tutta la sua luce e magnificenza, allo stesso modo la vita dell’anima seguirà la morte terrena. Cadono in queste opere, per Botticelli, tutte le necessità di prospettive azzardate, di forme concrete e dettagliate e di luce come realtà fisica. Rimangono solo le linee e le armonie ad esaltare la bellezza dell’idea. Buona giornata a tutti, Alfredo.