Smartart N. 57 -IL SECONDO RINASCIMENTO

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Smartart N. 57 -IL SECONDO RINASCIMENTO

Come anticipato in precedenza, parliamo di secondo Rinascimento o Rinascimento maturo o Classicismo, riferendoci ad un periodo temporalmente molto ristretto, non più di 20/30 anni, quelli che vanno dalla fine del ‘400 fino al 1520, anno della morte di Raffaello. Fu un periodo unico, nella storia dell’arte, che ha molti elementi in comune con un altro periodo storico, quello della Grecia classica, il periodo Aureo dell’età di Pericle, di Fidia, di Mirone….nel V secolo A.C.. Il Rinascimento si pone l’obiettivo di riscoprire l’arte dei grandi maestri classici, della quale si erano persi i segreti e la conoscenza e, nel medioevo, a partire da Giotto, si era ricominciata a riscoprire e studiare. Il primo storico dell’arte italiana, vale a dire il pittore, scultore ed architetto Giorgio Vasari (1511- 1574), chiamò “Maniera moderna” questo periodo, nel suo famosissimo “Vite de’ più eccellenti architetti, scultori e pittori da Cimabue insino i tempi nostri”, pubblicato nel 1568 ,e noi, oggi, dobbiamo a lui, parte di questa classificazione, suddivisa in tre grandi età o “maniere”. La prima da Giotto alla fine del Trecento, la seconda che abbraccia tutto il ‘400 e la terza da Leonardo in poi. Questo secondo Rinascimento o maniera moderna, per usare le parole di Vasari, (io chiamerò da qui in poi questo periodo “classicismo”) ebbe la sua massima espressione e fortuna a Roma, per volere di Papa Giulio II, che ebbe il coraggio di fare quello che nessun Papa prima di lui aveva nemmeno osato pensare: abbattere la Basilica di San Pietro voluta da Costantino più di mille anni prima e costruirne una nuova totalmente differente, maestosa, la più grande della cristianità. Per questo, a partire dal 1506, chiamò a Roma gli artisti più importanti, i quali furono tutti riuniti, anche se in tempi differenti, per la costruzione ed il progetto della nuova Basilica. Bramante, Raffaello, Michelangelo ebbero parte fondamentale nei lavori, l’unico escluso fu Leonardo, che si recò a Roma e presentò diversi progetti al Papa, che però non furono accolti. Le spese sostenute per l’edificazione della nuova basilica di San Pietro (fu conclusa nel 1626), furono enormi, per questo motivo, il Papa, che aveva sempre più necessità di denaro, inventò lo stratagemma della vendita delle indulgenze, cioè la garanzia del paradiso o lo sconto sugli anni da passare in purgatorio, per sé o per i propri cari, in cambio di ingenti somme di denaro. Fu questa una delle cause che portò Martin Lutero a contestare aspramente il Papato ed a causare lo scisma protestante. Indipendentemente dalla basilica di San Pietro, che accoglie immensi tesori d’arte non solamente rinascimentali, questo scorcio di Cinquecento, il Classicismo, si caratterizza e si differenzia dal periodo precedente, per l’arricchimento ed il raggiungimento ai massimi livelli di tutte le soluzioni estetiche iniziate 100 anni prima e per l’assenza di qualsiasi riferimento al Gotico internazionale, ancora presente in Botticelli, in Piero della Francesca o in Antonello da Messina. Con Raffaello l’arte giunge al massimo livello di equilibrio e perfezione ideale, con Leonardo arriva ad un livello di indagine e sperimentazione assolute e con Michelangelo giunge al massimo in quanto a genio creativo. Quest’epoca costituisce un periodo determinante per tutta la storia dell’arte, due concezioni artistiche emergono sopra tutte: la visione in chiave spaziale/scientifica di Leonardo che si contrappone a quella tutta interiore e creativa di Michelangelo, pur nell’ambito di un classicismo che si appresta a mostrarci le due facce della medaglia. Entrambi questi artisti esprimono un’arte che si ispira alla realtà ed alla classicità. Ma, mentre Leonardo vuole mostrarci , in maniera analitica, tutto quanto sta fuori di noi, vale a dire il mondo in tutti i suoi aspetti, creando l’illusione più precisa possibile, Michelangelo, invece, sempre con un’arte realistica e veritiera, tende a mostrarci quello che sta dentro di noi, l’anima, ci mostra il bene ed il male, il vero ed il falso. Leonardo per giungere alla verità rappresentativa assoluta, arriverà ad inventare una nuova tecnica, quella dello sfumato tendente ad eliminare i contorni e fonderli con lo spazio atmosferico e ad inventare un nuovo tipo di prospettiva, quella aerea. Michelangelo, invece, rimane coerente con la tradizione fiorentina, quella della linea e dei contorni saldi e chiusi, non arriverà mai a concezioni prospettiche azzardate, ma ad una rappresentazione della realtà a volte deformata e piegata al suo volere per rimarcare quegli aspetti che la creatività gli suggerisce. Queste due concezioni dell’arte, saranno le due strade che gli artisti in futuro si troveranno ad imboccare, scegliendo quella tracciata da Leonardo, che, passando da Turner ed i grandi vedutisti ci porterà, a fine ‘800 all’Impressionismo, oppure scegliendo quella delineata da Michelangelo che, passando da Goya, Blake o Fussli ci condurrà fino ai Surrealisti in pieno ‘900.Nei prossimi appuntamenti analizzeremo l’arte delle tre grandi anime del Classicismo: Leonardo, Michelangelo e Raffaello.

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